Torno a scrivere ne blog dopo molto tempo (quasi un anno).
Quante volte ho sentito il bisogno di scrivere, raccontarvi quello che stava accadendo, creare nuovi tutorial, ma poi ogni volta rimandavo.
Un pò perché ho la convinzione di non essere brava a scrivere, un pò per mancanza di tempo.
Ma oggi sento che voglio rendervi partecipe di quello che sta accadendo.
Non so da dove iniziare questo racconto, molto probabilmente sarà un post molto lungo quindi preparatevi un the
(o qualsiasi altra bevanda preferiate) e mettetevi comodi.
Le Papier non è mai stato il mio principale lavoro.
Scrivere questa affermazione mi toglie un peso al cuore.
Ogni volta che mi arrivano messaggi di complimenti e richieste di raccontare come sia riuscita a realizzare il mio studio e vivere di “le papier” mi irrigidisco sempre. Da una parte sono contenta che si percepisca professionalità e sembri che il mio tempo sia totalmente dedicato a “le papier” ma dall’altra parte mi sembra di mentirvi. Non ho mai fatto trapelare il doppio lavoro perché avevo paura di non sembrare professionale o totalmente presente e attiva nel progetto “le Papier”.
Se da una parte questa ricerca di perfezione, professionalità e presenza online costante ha fatto cresce “le papier” a livello di visibilità e collaborazioni nel 2018, nel 2019 mi si è ritorto contro sia a livello personale che professionale. I primi sentori si sono sentiti a fine 2018. Dicembre è stato un mese da dimenticare. Per me che amo il natale, le luci, lo stare in famiglia è stato un vero disastro, ero diventata un piccolo Grinch. Mi ero trasformata nel peggior nemico del Natale, non ero più me stessa.
Non riuscivo più a gestire il lavoro in agenzia di comunicazione e il lavoro di “le papier”. Su due piedi ho dovuto chiudere gli ordini di “le papier”. Fine anno si avvicinava e il lavoro in agenzia stava risucchiando le mie energia, avevo sulle spalle la chiusura di diversi cataloghi e progetti grafici.
È stato un periodo bello tosto, sentivo la fatica di un anno in cui non ho fatto altro che lavorare, il peso della preparazione e partecipazione alla fiera “il mondo creativo” e la pressione del lavoro in agenzia.
Mi sono allontanata da “le papier”, dai social e per un mese non mi avete vista. Con le ferie di Natale ho ricaricato le pile, pronta per affrontare questo 2019.
I buoni propositi erano molti, le aspettative molto alte, il tempo nullo, la mia vita extra lavorativa zero.
Se per il 2018 avevo mantenuto un ritmo molto serrato, mi sembrava logico riproporlo anche per il 2019, ma non avevo ancora fatto i conti con la realtà.
Per me “le papier” è sempre stato il mio sogno, il mio mondo di carta nel quale essere me stessa al 100%. Mi ha permesso di seguire progetti bellissimi che mi rispecchiano e nei quali io per prima ci credo. Le papier racchiude le mie fatiche, le mie ore di sonno, i mie week end passati a far crescere questo progetto. Ho dato il massimo per creare tutto questo, tutto il mio tempo libero lo ho dedicato a questo, trascurando altri aspetti della mia vita. Amo questo progetto ma non mi dà quella sicurezza economica che cerco e desidero.
Dall’altra parte il lavoro in agenzia. Un lavoro che mi ha fatto crescere, che mi ha insegnato molto, che a fine mese mi dà uno stipendio fisso, ma che non mi fa sentire me stessa.
Per gestire entrambi i lavori le mie giornate sono molto organizzate, il tempo è programmato al minuto. Per farla breve le mie giornate sono: mi alzo, ore 9 accendo il computer, ore 23 (se va tutto bene) spengo il computer, vado a dormire. Così tutti i giorni anche se ogni tanto il week end mi concedo del tempo libero. Per chi conosce la mia storia e mi domanda “ma non ti pesa tutto questo?”, rispondo sempre con un NO. Ma ultimamente mi pesa moltissimo non riuscire a ritagliarmi delle giornate per me stessa, pesa avere tutta la vita programmata, pesa non riuscire a ritagliare del tempo di qualità da dedicare a Luca, pesa non riuscire a fare altro che lavorare.
Mi sono scelta questa strada e mi sono messa in questa situazione, e testarda e determinata come sono vado avanti tutta, non si accettano fallimenti di alcun tipo.
Nel 2018 ho trovato, seppur precario, il mio equilibrio
Ma….
Ma un giorno capita che la situazione evolve e le condizioni cambiano, noi cambiamo e anche le persone intorno a noi. Non avevo fatto i conti con questo mentre cercavo di organizzare e pianificare il mio 2019.
L’anno nuovo porta molti nuovi progetti per “le papier” e la voglia di rimettermi a lavorare è molta. Essere stata ferma un mese mi ha dato la carica giusta per rincominciare, anche se ancora oggi sto cercando di recuperare il mio mese di assenza a dicembre. Ho notato subito il calo di engagement e visualizzazioni di Instagram e ne sto “pagando” tutt’ora le conseguenze. In termini puramente numerici non riesco più a fare i numeri che facevo l’anno scorso.
La mia vita prosegue, ma qualcosa si incrina. A livello professionale mi sento incompleta, divisa sempre a metà. Divisa tra quello che sogno e quello che sono. A livello personale l’ansia di gestire tutto fa capolineo, arriva senza preavviso, mi getta nello sconforto e nella paura di non essere all’altezza. Lo stress è a livelli folli, ma io non mollo.
Avanti tutta, senza demordere.
Con Luca iniziano i primi litigi, io sono sempre più nervosa e lui mi accusa di non avere più tempo per noi. Per noi che in 10 anni non abbiamo mai litigato così animatamente è stato un campanello d’allarme. Mi trovo a dover fare una scelta, così non posso continuare ad andare avanti.
Mi sento come un funambolo che sta camminando su un filo d’acciaio sospeso a metri e metri da terra. Mi trovo a metà del tragitto, ho paura di cadere, le gambe tremano e l’equilibrio è precario. Non posso tornare indietro perchè vorrebbe dire eliminare tutta la fatica che ho fatto per trovarmi dove sono ora. Davanti a me non vedo nulla, come se ci fosse un muro di nebbia, sento solo il cuore che dice prosegui nell’ignoto e la mente che dice abbandona tutto.
Non sono una persona dalle scelte avventate (o almeno non mi considero tale) ho bisogno dei miei tempi.
So che è arrivato il momento di fare una scelta: mollare “le papier” (ovviamente portando a termine gli ordini e progetti che ho iniziato. La professionalità prima di tutto!!) oppure mollare il lavoro in agenzia. La scelta mi fa paura, la comfort zone è un bel luogo dove stare. Mollare il lavoro in agenzia vorrebbe dire rimettere in discussione la mia vita, le mie abitudini, la mia routine. Vorrebbe dire rinunciare a una sicurezza economica, sarebbe letteralmente un salto nel vuoto. Chi rinuncerebbe mai a un posto fisso a tempo indeterminato per qualcosa di non sicuro?
Dall’altra parte mi domando che persona voglio essere, come mi immagino tra 5 anni, cosa é per me la felicità, quali sono le mie priorità, che esempio voglio essere per i miei figli (se ne avrò).
Qualsiasi scelta mi mette paura, di quella paura paralizzante, dove vedi i giorni scorrere e tu non riesci a fare nulla.
Sono stanca di arrivare a casa da lavoro triste, arrabbiata, senza nulla da raccontare a Luca e senza aver vissuto la mia giornata.
Nulla é sicuro, tutto é mutevole ma io resto con i miei sogni che spingono per diventare realtà.
Nel giorno in cui si festeggia la donna, io conquisto i miei sogni, conquisto la mia libertà di vivere una vita che mi rappresenti al 100% e dò le mie dimissioni a lavoro.
Da aprile “le papier” sarà il mio lavoro principale.
Non so cosa mi attenda, non so se rimpiangerò questa scelta. So che per la prima volta ho scelto me stessa, ho scelto di avere tempo e donare tempo agli altri. Ho scelto di essere una persona migliore, ho scelto di far diventare realtà un mio sogno.
I primi giorni dopo le dimissioni sono stati un disastro, piangevo in continuazione e tutta l’ansia di questa situazione mi ha gettato nel panico con continui attacchi d’ansia. Come scrivevo nell’ultimo post di instagram mi sento una “moribonda” che sta cercando di tenere salda una bolla di vetro che è esplosa. Sto cercando di tenere saldo tutto, ma penso che lascerò andare quella parte di me che ha paura e che vuole avere sempre tutto sotto controllo e mi godrò questo nuovo viaggio.
Dopo una settimana, a mente fredda, ringrazio di aver avuto il coraggio di dare le dimissioni e di mollare quella parte di me che non mi rendeva felice al 100%.
Se avete letto fino a qui, vi ringrazio.
Ho capito dalle mie esperienze l’ importanza e il valore del tempo, quindi vi ringrazio per avermene dedicato.
Un abbraccio
Laura